sabato 20 settembre 2008

Pudore

20/9/08
(pudore, intimità)
UMBERTO GALIMBERTI, L'ospite inquietante, Feltrinelli 2007. Cap. 6. La pubblicizzazione dell'intimità (pp. 57-64)

«Se chiamiamo "intimo" ciò che si nega all'estraneo per concederlo a chi si vuol fare entrare nel proprio segreto profondo e spesso ignoto a noi stessi, allora il pudore, che difende la nostra intimità, difende anche la nostra libertà. E la difende in quel nucleo dove la nostra identità personale decide che tipo di relazione instaurare con l'altro» (57).

«Siccome agli altri siamo irrimediabilmente esposti (...), il pudore è un tentativo di mantenere la propria soggettività in modo da essere segretamente se stessi in presenza degli altri. (...) Nell'intimità occorre essere discreti e non svelare per intero il proprio intimo, affinché non si dissolva quel mistero che, se interamente svelato, estingue non solo la fonte della fascinazione, ma anche il recinto della nostra identità, che a questo punto non è più disponibile neppure per noi» (58).

[Molti giovani scambiano la propria identità con ciò che appare, con la loro immagine pubblica. Io sono se appaio. Questo errore porta alla dissoluzione dell'identità.](cfr. 58s.)

«[Dei reality show:] Trasmissioni che dobbiamo considerare più pornografiche della pornografia propriamente detta, perché denudare la propria anima è peggio che denudare il proprio corpo» (59).

«Il pudore, prima di una faccenda di mutande che uno può cavarsi o infilarsi quando vuole, è una faccenda d'anima che, una volta de-psicologizzata, perché si sono fatte cadere le pareti che difendono il dentro dal fuori, l'interiorità dall'esteriorità, non esiste semplicemente più» (62s.).

[Due identificazioni pericolose, già pienamente in atto nella nostra società: 1. sincerità = spudoratezza; 2. pudore = repressione.]

[La de-psicologizzazione (ie soppressione dell'intimità personale) porta direttamente all'omologazione: dato che non penso, non sento, non desidero in modo autonomo, penso, sento e desidero ciò che viene generalmente pensato ecc. nel mio ambiente.]